La dietetica secondo la visione naturopatica

La dietetica è una disciplina scientifica che studia la composizione dei cibi nella loro generalità, in funzione di un’alimentazione rispondente

alle esigenze fisiologiche dell’organismo.

Il focus della sua ricerca è il cibo fisiologicamente adatto.

Purtroppo la crescita senza freni dell’industria alimentare supportata dalla scienza merceologica ha condizionato sensibilmente la scienza dell’alimentazione, allontanandola da quelle necessità fisiologiche dell’organismo, le proprietà biochimiche degli stessi alimenti hanno subito l’analoga considerazione.

 

L’avvento della chimica inorganica ha assunto i parametri di comparazione di tutte le sostanze naturali (animali e vegetali) secondo le proprie basi concettuali, commettendo l’errore basilare di ignorare l’essenza infinitesimale della quale è conduttore l’elemento organico, tuttora sconosciuta dalla scienza biochimica.

Inoltre, va considerata la dissennata produzione del farmaco di sintesi (vanto indiscusso della chimica farmaceutica) il cui  indiscriminato impiego ha contribuito ad alterare la biofisiologia cellulare dell’organismo in sé; analogamente si aggiunga alla lista l’utilizzazione di prodotti chimici nella coltivazione, lavorazione e conservazione degli alimenti, i quali oltre a venire alterati nella loro composizione vengono trasformati in elementi tossici.

 

Questo è reso evidente dall’aumento delle patologie e dei processi tumorali che all’ordine del giorno si sviluppano nel mondo civilizzato ma anche in quello vegetale, dell’intera Natura che l’essere umano  si ostina a controllare e manipolare.

Oltre all’orientamento errato che la scienza ha deciso di perseguire, viene messo in risalto dalla medicina naturale anche il problema dell’arte culinaria e gastronomica.

La dottrina dell’equilibrio termico del corpo (differenza della temperatura interna ed esterna del corpo) e la prandiologia, hanno potuto dimostrare che, con l’errata cottura e miscelazione degli alimenti si predispone il terreno patologico e l’insorgenza batterica virale.

 

E’ noto come circa l’80% delle sostanze nutritive, degli aminoacidi e vitamine essenziali vengano distrutte con la cottura, solo il restante 20% trasformato. La miscelazione sconsiderata di differenti tipologie di alimenti impiegate per la preparazione di menù elaborati ha altrettanta incidenza (70% circa) nell’insorgenza delle malattie.

Nella visione della medicina accademica le funzioni fisiologiche vengono scisse (fisiologia cellulare, processo digestivo e nutrizionale). In sintesi non ha molto senso sapere che il corpo ha bisogno di determinati elementi minerali (zinco, rame, ferro, magnesio, etc.),elementi plastici di basso peso atomico come l’idrogeno, l’ossigeno, il carbonio, l’azoto o di elementi alcalini come il sodio, potassio, magnesio, calcio, etc. che in sinergia con il cloro, concorrono nei processi d’idratazione delle strutture viventi; ancora parlare di vitamine, proteine, glicidi e conoscerli uno per uno se poi s’ignora la dinamica con la quale l’organismo riesce ad approvvigionarsele.

 

Tutte queste funzioni organiche sono in realtà una cosa unica, sono correlate, dipendenti dalla funzione digestiva sorretta dall’equilibrio termico prima menzionato.

Nel concreto, un processo sano di fermentazione digestiva può realizzarsi unicamente alla temperatura di non oltre 37° centigradi, come avviene per il 99% nel nostro corpo.

Non sorprende che le molteplici forme patologiche odierne, catalogate via via dalla medicina accademica come psichiche, organiche, acute e croniche e che ad faccia seguire un’indiscriminata prescrizione farmacologica di ogni sorta (antibiotici, tranquillanti, cortisonici, sulfamidici, integratori, vitaminici, etc.)

Va detto che la salute integrale (si prescinda la salute psichica che rimane condizione determinante), è condizionata esclusivamente dall’alimento e dal suo processo di elaborazione e miscelazione.

 

Una distinzione tra cibi riscaldanti  e cibi rinfrescanti ci consente di effettuare ulteriori considerazioni sul problema del focus di un’alimentazione sana. I primi sono una combinazione di varie specie di cibo cotto impiegate per preparare una pietanza. Il risultato è un prodotto senza vita, carente di ogni valore nutrizionale. Mentre il cibo crudo è vivo specie se si tratta di vegetali (frutta e ortaggi per lo più).

Cibi cotti e associati in modo bioincompatibile ritardano il processo digestivo, alterano l’equilibrio termico conducendo l’organismo alla malattia.

La fermentazione digestiva se avviene oltre i 37° centigradi, diviene tossica, creando condizioni di putrefazione (vedi febbre gastrointestinale). Il cibo rinfrescante è invece di più facile digeribilità, indubbiamente più conforme al processo fisiologico digestivo, è il cibo crudo così come offerto dalla natura vegetale.

 

A quanti sono sostenitori dell’indispensabile apporto di carne, sulla base della radicata convinzione che i vegetali siano carenti di alcune sostanze nutrizionali e di alcuni aminoacidi essenziali, possano osservare cosa mangia un coniglio o una capra. Il segreto è presto svelato. Questi animali pascendo l’erba, sementi o altri vegetali, riescono a metabolizzare tutte quelle sostanze che si ritiene essere presenti esclusivamente nella carne, perché assumono una qualità di cibo per volta, non consumano piatti mix come è consuetudine per la specie umana.

Se si ricalcasse questa condizione, si consentirebbe all’organismo di approvvigionarsi tutti i nutrienti essenziali da fonte vegetale.

 

Ecco che un’alimentazione consapevole, studiata secondo un piano trofologico ossia che dia rilievo ai suoi componenti qualitativi e quantitativi di cibi di origine vegetale crudi, ricchi di sostanze ed enzimi vivi, in concomitanza con alcuni cibi di origine animale (uova sode, ricotta, formaggi freschi non fermentati, yogurt e il miele), agevolano il lavoro dello stomaco, accorciando il tempo digestivo da 1 ora e mezzo a max 2 ore.

Così si crea la condizione digestiva ideale alla temperatura corporea dei 37° centigradi, la richiesta di sangue è minima e la sua circolazione rimane inalterata.

Nell’armonia fisiologica di tale condizione del corpo, nessun atto congestivo interno, febbre digestiva, processo fermentativo putrido, sussisterà, così come alcun focolaio batterico che rappresenta vivaio di coltura patologica.

La scienza convenzionale, fuoriuscendo dal seminato di Madre Natura, ha iniziato a considerare l’essere umano come automa dozzinale o peggio cavia per i suoi esperimenti. Ciò oltre ad essere avvallato dagli studi ed esperienze di numerosissimi ricercatori nell’arco di oltre un secolo, diversi dei quali provenienti proprio dalle frange della medicina accademica, che ripudiò come semplicistici, in quanto risultanti in contrapposizione ai crismi istituzionalizzati.

 

Citiamo alcuni di loro come Manuel Lazaeta Acharan e l’italiano Luigi Costacurta, al quale dobbiamo il riconoscimento per la “Nuova Dietetica”(trattato di trofologia, prandiologia e trofogastronomia) con l’applicazione della quale ha potuto annoverare un’ampia casistica di normalizzazione di svariati casi patologici.

 

Ecco un anticipo di qualche cenno sul piano base per alimentarsi consapevolmente che posso compiutamente elaborare su specifica richiesta:

 

1°-Per perseguire l’obiettivo di una sana nutrizione, evitando errori dietetici, il primo step è quello di attuare un’alimentazione il più dissociata possibile, assumere un cibo alla volta e, qualora si volesse alternare, attendere almeno un’ora e mezzo prima di consumare un alimento diverso.

 

2°- L’associazione ideale è rappresentata da una porzione di insalata mista a crudo che può accompagnarsi da cereali o da uova sode o in frittata senza olio, o da formaggi freschi non fermentati, o da frutti oleosi come mandorle dolci, noci o nocciole, etc.

 

3°-Evitare il consumo simultaneo di due specie di proteine, es. pasta con formaggi e uova oppure formaggi e uova, uova e noci o mandorle. La proteina della carne e del pesce viene di base bandita dall’alimentazione trofoterapica, per la rilevante tossicità che comporta per l’organismo. Personalmente nel piano che propongo evito ogni radicalismo (fatta eccezioni di casi specifici), educando piuttosto le persone ad optare per scelte consapevoli sulla base delle nuove informazioni acquisite.

 

4°-Evitare l’associazione di patate con cereali in genere ed alimenti acidi e basici.

 

Quanto finora esposto mi auspico semplicemente che fruisca uno stimolo all’apprendimento delle basi dell’autogestione della propria salute, ed un contributo utile a quella della collettività.

 

 

Piano assistito personalizzato prenota ORA